Politica
28 Ottobre 2012
L'onorevole se la prende anche con Monti: "Ad alzare le tasse non ci vuole nulla"

Meloni a Ferrara “sveglia” il Pdl

di Redazione | 3 min

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La presenza dell’ex ministro della gioventù venerdì pomeriggio alla sala Arengo del Comune di Ferrara per presentare il suo libro “Noi crediamo” è stata l’occasione per vedere di nuovo il Pdl estense allo scoperto, visto l’immobilismo delle ultime settimane.

Prima che l’autrice prendesse la parola, sia Cimarelli – presidente provinciale del Pdl, succeduto a Balboni durante l’ultimo congresso – che Paolo Spath – presidente invece di Giovane Italia, movimento giovanile del Pdl – hanno espresso le loro considerazioni sulle primarie del partito, scatenate dall’annuncio della non ricandidatura di Silvio Berlusconi.

Cimarelli ha dato l’avvio alla conferenza – a cui la Meloni è arrivata con un po’ di ritardo – augurandosi che sia dato corso a primarie “che non siano di facciata”.

“Sono severo sui candidati, non serve una pletora di perone che aumenti la conflittualità”, ha proseguito il presidente del Pdl ferrarese, facendo poi il paragone con le primarie del Pd “dove probabilmente la Puppato ritirerà la propria candidatura”.

“Come coordinatore provinciale – ha continuato -, ho intenzione che le primarie vengano svolte nel modo più democratico possibile, e queste devono significare un ricambio fondamentale della classe dirigente del partito”. “Con il ritiro di Berlusconi – ha aggiunto -, molte altre persone dovrebbero fare un passo indietro”.

Cimarelli ha poi concluso il suo intervento spiegando come questo gesto confermi il non immobilismo politico del Pdl e mostrandosi contento per la riforma delle province: “Bisogna trovare garanzie per i lavoratori, ma siamo contenti per la sparizione delle province; la Zappaterra si troverà qualcosa da fare”.

Ancora più esplicito Spath sul fronte della giustizia: “Sono un garantista, ma chi ha problemi con la legge non deve essere candidato nel mio partito anche per opportunità politica”, ha tuonato ricevendo gli applausi dei presenti.

Arriva quindi finalmente il momento della Meloni, la quale illustrando il suo libro spiega come il sentimento di indignazione dilagante in questo periodo “è un sentimento nobile, ma non basta a cambiare le cose”.

Durante un flashback l’ex ministro ha poi raccontato di aver cominciato la sua attività politica nel 1992 e di come l’attentato di via D’Amelio sia stato demotivante ma abbia spinto tanti giovani nell’impegno politico.

Dopo avere espresso poi la sua visione del partito, ripetendo sostanzialmente le parole di Spath e rimarcando come alla politica si risponda con la politica, evitando di pensare che rottamando tutti gli attuali parlamentari si risolva il problema; l’onorevole ha difeso le preferenze: “Il sistema delle preferenze è il metodo migliore per l’elezione dei parlamentari perché permette agli italiani di scegliere, e gli italiani sanno scegliere meglio delle segreterie di partito”.

Subito dopo Meloni si scaglia contro Monti: “Ad aumentare le tasse non ci voleva niente”, ha dichiarato commentando poi anche le parole del presidente del consiglio che si è dichiarato disponibile a continuare a guidare l’Italia, spiegando che se Monti vorrà continuare a governare deve sottoporsi alla democrazia candidandosi.

Nel frattempo, mente la deputata sta scrivendo le dediche ai libri, arriva la notizia della condanna in primo grado a Berlusconi per frode fiscale con la pena accessoria dell’interdizione ai pubblici uffici. Interpellata, Meloni annuncia di non voler commentare ed esce di fretta dalla sala chiudendo l’evento.

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